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Quando si tratta di cambiare Paese con i figli al seguito, il primo interrogativo riguarda spesso il costo della vita: dalle rette scolastiche alle spese sanitarie, passando per attività extra come sport, gite o babysitting. In questo articolo, mettiamo a confronto due contesti: l’Italia, con il suo sistema pubblico educativo e sanitario dal costo relativamente contenuto (ma non privo di spese nascoste), e l’Australia, dove gli stipendi medi sono più alti ma i costi di scuole, sanità e attività extrascolastiche possono salire vertiginosamente. L’obiettivo: capire quanto incide sul bilancio familiare la scelta di vivere in un Paese o nell’altro, e quali voci di spesa risultano più delicate per i genitori.
1. Scuole e rette: pubbliche o private?
Italia
- Asili nido (0-3 anni): gestiti dai comuni o dal privato, con rette dai 150 ai 400 euro al mese (variazioni in base al reddito e alla regione). I posti nei nidi comunali non sempre bastano, e le liste d’attesa possono allungarsi.
- Scuole dell’infanzia, primarie e secondarie: le scuole pubbliche sono sostanzialmente gratuite, a parte contributi volontari (50-200 euro l’anno), il costo delle mense (50-100 euro al mese) e i libri di testo nella secondaria di primo grado.
- Scuole private: rette annuali che spaziano dai 2.000 ai 10.000 euro, a seconda della regione e del prestigio. Restano una scelta minoritaria.
Australia
- Childcare (0-5 anni): la spesa può raggiungere i 500-600 euro mensili (o di più) per 2-3 giorni a settimana, se il costo di partenza (senza sussidi) supera i 70-80 euro al giorno. Sussidi governativi (Child Care Subsidy) possono ridurre la spesa effettiva, ma il prezzo base resta alto.
- Scuole pubbliche: per i cittadini e i residenti permanenti, sono pressoché gratuite, pur richiedendo un contributo volontario e l’acquisto dell’uniforme (200-400 euro l’anno).
- Scuole private/independent: rette da 1.000 euro l’anno (per scuole cattoliche meno costose) a oltre 15.000-20.000 euro annui per i college élite di Sydney o Melbourne. Chi desidera un’educazione di alto profilo con piccoli numeri in classe deve mettere in conto budget elevati.
2. Sanità e visite specialistiche
Italia
- Servizio Sanitario Nazionale (SSN): copre gran parte delle cure e delle visite pediatriche, con ticket dai 5 ai 40 euro per esami e prestazioni specialistiche; i bambini con particolari patologie o sotto una certa soglia di reddito possono essere esenti.
- Pediatra di base: gratuito per i minori iscritti al SSN, con orari talvolta ridotti, code e necessità di prenotare. In caso di emergenze, si accede al pronto soccorso senza pagare (salvo ticket).
- Assicurazione privata facoltativa: poche famiglie la sottoscrivono, ma può ridurre i tempi d’attesa per visite specialistiche.
Australia
- Medicare: sistema sanitario pubblico che copre buona parte delle visite di base e degli interventi ospedalieri in strutture pubbliche. Tuttavia, le visite specialistiche possono avere un “gap” (differenza tra tariffa e rimborso).
- Assicurazione privata: molti genitori optano per un piano familiare, che può costare 100-150 euro al mese (o più) per includere coperture dentali e oculistiche. Chi supera certi redditi e non ha un’assicurazione privata paga il “Medicare Levy Surcharge”.
- Pediatra privato: in caso di “bulk billing”, la spesa può essere zero, ma non tutti i pediatri aderiscono. Il costo di una visita specialistica può superare 50-70 euro di gap.
Conclusione: in Italia, la sanità pubblica per i bambini è quasi del tutto gratuita o a ticket moderato. In Australia, sebbene Medicare fornisca copertura, i gap specialistici e le polizze private familiari possono gravare sul budget mensile.
3. Attività extra e doposcuola
Italia
- Sport e corsi: un corso di nuoto o calcio per un bambino può costare 200-400 euro l’anno, a seconda della struttura e della città. Danza, musica e altre attività “private” possono salire a 500-800 euro.
- Doposcuola: nelle scuole primarie e secondarie si possono trovare doposcuola comunali a tariffe abbordabili (50-80 euro al mese), oppure servizi privati a costi più elevati.
- Baby sitter: la paga oraria media oscilla tra 6 e 10 euro/ora a seconda della regione.
Australia
- Sport: molte scuole offrono attività sportive interne (cricket, footy, netball) a costi ridotti, ma i club privati possono raggiungere 100-150 euro al mese. Sport molto popolari (surf, nuoto) si praticano nelle piscine comunali o in spiaggia, con tariffe di 5-10 euro a lezione se in gruppo.
- Doposcuola (After-school care): in alcune scuole pubbliche, la tariffa può variare dai 10 ai 20 euro al giorno, riducibile con i sussidi governativi.
- Baby sitter e childcare: le tariffe orarie delle babysitter sono più alte che in Italia, spesso 12-15 euro/ora, complici gli stipendi medi australiani più elevati.
Risultato: un bambino o ragazzo in Italia può partecipare a sport e doposcuola con un esborso mensile limitato (100-150 euro). In Australia, i costi potenziali sono maggiori (150-200 euro), ammortizzabili se si gode di sussidi statali per doposcuola e attività.
4. Alimentazione e stile di vita familiare
Italia
- Spesa alimentare: comprando prodotti freschi al supermercato o al mercato rionale, una famiglia di 3-4 persone può spendere 400-500 euro al mese, sfruttando offerte e stagionalità.
- Pasti fuori casa: pizzerie e ristoranti famiglia-friendly con menù bambini a 5-7 euro. Uscire a cena con 2 adulti + 2 bimbi può costare 30-40 euro in una pizzeria di livello medio.
Australia
- Spesa mensile: una famiglia media può arrivare a 600-700 euro, specialmente se acquista carne, formaggi e prodotti di marca importati. I farmers’ market aiutano a risparmiare su frutta e verdura locale.
- Mangiare fuori: un pasto in un ristorante o pub per 2 adulti + 2 bambini può toccare i 60-70 euro; alcuni “kids eat free” nights riducono la spesa, ma occorre cercare locali che lo offrano.
Osservazione: chi predilige cucinare in casa in Australia può limitare i costi alimentari, ma prodotti tipici europei importati (salumi, formaggi) sono più cari. In Italia, abbondano cibi di qualità a prezzi moderati, e uscire a cena con bambini non pesa troppo sul budget.
5. Trasporti e logistica familiare
Italia
- Auto: per spostarsi con i bambini a scuola e attività, molti preferiscono l’auto, ma in città come Milano o Torino ci si appoggia ai mezzi pubblici. Abbonamenti ridotti per gli studenti (anche gratuiti in alcune regioni).
- Vacanze e weekend: i costi di treno o aereo low-cost verso mete nazionali o europee sono spesso abbordabili. Campeggi, agriturismi e B&B sono opzioni familiari a prezzi accessibili.
Australia
- Auto quasi indispensabile: in molte aree suburbane, la scuola non è raggiungibile a piedi e i trasporti pubblici non coprono adeguatamente. L’assicurazione (comprehensive) e la benzina incidono sul budget.
- Viaggi interni: volare da Brisbane a Melbourne o visitare l’Outback può essere costoso, ma chi sceglie la formula camping/road trip ammortizza il pernottamento. Le distanze enormi rendono i trasferimenti un fattore di spesa significativo.
6. Bilancio mensile a confronto: due ipotesi di famiglia
Famiglia Italiana (Bologna)
- Due genitori, 2 figli (7 e 10 anni). Reddito complessivo: 2.600 euro netti mensili.
- Affitto o mutuo: 600 euro
- Spesa alimentare: 500 euro
- Bollette: 150 euro
- Scuola e attività: doposcuola mensile 50 euro a bambino (100 euro tot), sport 50 euro cad. (100 euro tot)
- Trasporti: 100 euro tra carburante e abbonamento bus ridotto per i figli
- Varie: 150 euro per abbigliamento, imprevisti, etc.
Totale: circa 1.700 euro. Rimanenza: 900 euro di margine per risparmi e tempo libero.
Famiglia Australiana (Perth)
- Due genitori, 2 figli (7 e 10 anni). Reddito complessivo: 4.000 euro netti mensili (relativamente frequente se uno dei genitori guadagna 2.500 euro e l’altro part-time 1.500).
- Affitto: 1.000 euro in zona suburbana
- Spesa alimentare: 600 euro
- Bollette: 180 euro (in estate può salire con aria condizionata)
- Scuola e attività: la scuola pubblica è gratis, ma si acquistano uniformi (40 euro al mese “spalmati”), doposcuola 80 euro al mese per 2 giorni a settimana per entrambi i figli (160 euro tot), sport 60 euro cad. (120 euro tot)
- Trasporti: 150 euro benzina + assicurazione
- Varie: 200 euro per vestiti, uscite, etc.
Totale: ~2.410 euro. Rimanenza: 1.590 euro.
Interpretazione: a prima vista, la famiglia australiana risparmia di più, ma l’affitto è spesso sottostimato (se in una grande città si va oltre i 1.300 euro), e i costi dei servizi possono aumentare. Le spese “sanitarie” private sono da considerare (80-100 euro al mese), riducendo la rimanenza.
7. “Meglio l’Italia o l’Australia per una famiglia?”
Dipende dal reddito e dalle aspettative:
- In Italia, le scuole pubbliche e la sanità costano meno, ma gli stipendi medi sono inferiori, e il mercato del lavoro per i genitori può risultare meno flessibile.
- In Australia, le retribuzioni più elevate e la work-life balance compensano spese più alte su cibo, affitto e childcare. Se uno dei due genitori non lavora a tempo pieno, i sussidi statali possono abbassare notevolmente i costi di doposcuola e asili, rendendo il bilancio familiare sostenibile.
- Fattori culturali: tempo passato con i figli, opportunità di attività outdoor a costo quasi zero (Australia) o minori spese per cibo e servizi (Italia), influenzano la qualità di vita di una famiglia.
8. Conclusioni
Scegliere di trasferirsi con la famiglia dall’Italia all’Australia (o viceversa) richiede una valutazione attenta dei costi scolastici, delle spese sanitarie e delle attività extracurriculari per i figli. In Italia, il sistema pubblico riduce le rette, mentre in Australia i redditi più alti si accompagnano a childcare e doposcuola spesso costosi, anche se ammortizzati da sussidi. Sul fronte sanitario, l’Italia offre ticket contenuti, mentre in Australia si fa ricorso a Medicare e assicurazioni private familiari.
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