Per chi si trasferisce dall’Italia all’Australia (o viceversa), la questione del cambio valuta e di come gestire al meglio i risparmi tra un conto bancario italiano e uno australiano diventa fondamentale. È facile ritrovarsi con un conto in euro in Italia e una necessità di liquidi in Australia (dollari australiani), oppure voler trasferire somme cospicue per un acquisto immobiliare o semplicemente per spese quotidiane. Ma quanto incide il cambio sulle finanze personali? Quali commissioni si possono incontrare? E conviene mantenere un doppio conto, o affidarsi a soluzioni fintech? In questo articolo esaminiamo strategie, costi e precauzioni per chi deve gestire flussi di denaro tra i due Paesi e far fronte alle oscillazioni del tasso di cambio.


1. Il tasso di cambio: una variabile che cambia l’equilibrio

  • Euro vs. Dollaro Australiano: il cambio può fluttuare (ad esempio 1 EUR = 1,55-1,70 AUD, equivalenti a 1 AUD = 0,58-0,64 EUR). Anche differenze di pochi centesimi possono avere effetti rilevanti su trasferimenti di migliaia di euro.
  • Momenti chiave: chi deve inviare grandi somme (acquisto di casa, deposito cauzionale, liquidazione pensionistica) dovrebbe tenere d’occhio l’andamento valutario. Scegliere di cambiare 50.000 euro in un momento favorevole (1 EUR = 1,65 AUD) invece che 1,55 AUD può portare a una differenza di centinaia di euro.

2. Bonifici internazionali: commissioni e tempistiche

Banche tradizionali

  • Commissioni fisse: molte banche in Italia applicano costi tra i 5 e i 20 euro per i bonifici “extra area SEPA”, a cui si aggiungono eventuali commissioni dell’istituto ricevente in Australia.
  • Spread sul cambio: spesso la banca usa un tasso di cambio meno vantaggioso di quello ufficiale (interbancario), con uno scarto dell’1-2%. Così, trasferendo 10.000 euro, si perdono 100-200 euro in conversione.
  • Tempi: dai 2 ai 5 giorni lavorativi, a seconda dei circuiti bancari e dei controlli anti-frode.

Soluzioni fintech (TransferWise, Revolut, N26 & Co.)

  • Commissioni ridotte: in genere, la tariffa è una percentuale piccola (0,3-0,5%) della somma trasferita, o un fisso molto basso.
  • Tasso di cambio reale: queste piattaforme promettono di applicare il “mid-market rate” (il tasso interbancario), rendendo più trasparente la conversione.
  • Velocità: spesso in 1-2 giorni i fondi arrivano sul conto australiano. Alcuni servizi permettono di tenere “multi-currency accounts” e scegliere quando convertire.

Conclusione: se si fanno bonifici frequenti o di grossa entità, una piattaforma specializzata in trasferimenti internazionali può far risparmiare centinaia di euro rispetto a un istituto bancario tradizionale. Le banche italiane o australiane più “classiche” rimangono comode per chi preferisce filiali fisiche e un rapporto stabile con il gestore.


3. Doppio conto: tenere soldi in Italia e in Australia

Perché mantenere un conto in euro

  • Spese in Italia: se si ha un mutuo, spese familiari o tasse da pagare in euro, conviene disporre di un conto italiano.
  • Investimenti: chi desidera continuare a investire in BTP, azioni europee, piani di risparmio italiani può lasciare parte dei risparmi in euro.
  • Tutela dal cambio: se si prevede una rivalutazione dell’euro, tenere somme in euro può rivelarsi vantaggioso.

Perché aprire (o mantenere) un conto in AUD

  • Spese di vita in Australia: bollette, affitto, spesa quotidiana richiedono dollari australiani.
  • Stipendio locale: i datori di lavoro versano la paga su un conto australiano, con annesso superannuation.
  • Risparmio sulle commissioni: se si utilizzasse una carta italiana per pagare in AUD, si pagherebbero commissioni per ogni transazione, oltre allo spread sul cambio.

Interpretazione: molti expat optano per un conto italiano (da gestire online) e uno australiano, trasferendo fondi a seconda delle necessità. L’equilibrio dipende dai progetti: se si ha ancora un piede in Italia, tenere un conto in euro è utile; se la prospettiva è stabile in Australia, alcuni chiudono il conto italiano e trasferiscono la maggior parte dei risparmi.


4. Carte multi-valuta e prelievi

Carte con IBAN multi-currency

  • Revolut, TransferWise (Wise): permettono di detenere saldi in euro e in AUD all’interno di un solo account, convertendo soltanto quando il tasso di cambio risulta vantaggioso. Spesso i primi prelievi in contanti mensili sono esenti da commissioni, entro un certo limite (200-250 euro).
  • Vantaggi: riduzione delle commissioni e possibilità di spendere con la carta direttamente in AUD se si è in Australia, o in euro se si viaggia in Italia, sfruttando il saldo multi-valuta.
  • Limiti: in caso di spostamenti di somme grandi (oltre 50.000 euro), occorre verificare le policy e i massimali di trasferimento, nonché segnalare i flussi al fisco se superano certi importi.

Prelievi con banche tradizionali

  • Utilizzare una carta di debito italiana per prelevare in Australia comporta commissioni (2-4 euro a prelievo, più un 1-2% di spread). Operazioni frequenti diventano costose.
  • Meglio accordarsi con la banca o scegliere piani che offrano prelievi internazionali gratuiti o a costo fisso ridotto.

5. Rischi e opportunità dell’oscillazione del cambio

Volatilità EUR/AUD

  • L’euro e il dollaro australiano possono variare di 5-10 punti percentuali in un anno, in base a politiche monetarie, tassi di interesse, situazioni geopolitiche e prezzi delle materie prime (l’Australia è grande esportatrice di minerali e prodotti agricoli).
  • Se si deve trasferire una cifra importante (es. la vendita di una casa in Italia per acquistare in Australia), attendere un momento in cui l’euro è forte rispetto all’AUD può far risparmiare migliaia di euro. Al contrario, chi riceve stipendi in AUD e vuole mandare soldi in Italia preferisce tassi di cambio favorevoli all’AUD.

Coperture o pianificazione

  • Alcune banche o piattaforme offrono ordini limite: si imposta un tasso di cambio obiettivo e il trasferimento avviene solo se il mercato raggiunge quel livello.
  • Se i flussi sono piccoli ma costanti (es. un supporto ai genitori in Italia), la volatilità non influisce in modo drammatico, ma si può comunque risparmiare cercando tassi migliori in giorni strategici.

6. Tassazione dei conti esteri

Italia

  • Chi risiede fiscalmente in Italia deve dichiarare i conti correnti detenuti all’estero (quadro RW) e pagare l’IVAFE (imposta sul valore dei prodotti finanziari esteri) allo 0,20% annuo, con una quota fissa ridotta per i conti correnti (34,20 euro annui se la giacenza supera 5.000 euro).
  • Gli interessi maturati all’estero vanno assoggettati a imposte italiane (cedolare 26% o tassazione progressiva, a seconda dei casi).

Australia

  • Se si diventa residenti fiscali in Australia, i redditi percepiti all’estero rientrano nel calcolo del reddito globale tassato dall’ATO (Australian Taxation Office).
  • Esistono convenzioni bilaterali tra Italia e Australia per evitare la doppia imposizione, ma va approfondito caso per caso: un conto italiano potrebbe dover essere dichiarato all’ATO se produce interessi significativi.

7. Consigli pratici per gestire i risparmi tra i due Paesi

  1. Monitorare il tasso: usare app o portali di cambio valuta in tempo reale per scegliere il momento migliore di conversione.
  2. Evitare micro-trasferimenti frequenti tramite le banche tradizionali: meglio una soluzione fintech (Revolut, Wise, ecc.) che accumuli i fondi e li converta con tassi interbancari.
  3. Valutare la strategia multi-currency: detenere euro e AUD in un solo conto multi-valuta e spostare i saldi quando i tassi sono vantaggiosi.
  4. Attenzione ai requisiti fiscali: se si spostano grandi importi, si deve rispettare la normativa antiriciclaggio, dichiarare l’origine dei fondi e compilare i quadri fiscali corretti (in Italia RW, in Australia eventuali segnalazioni se si superano determinate soglie).
  5. Consulenza professionale: per cifre importanti (vendita immobiliare, eredità, investimenti) è consigliabile consultare un commercialista italo-australiano che conosca entrambe le legislazioni.

8. Conclusioni

La gestione dei risparmi tra un conto italiano e uno australiano può sembrare complicata, ma con alcune strategie e strumenti fintech è possibile risparmiare sulle commissioni e trarre vantaggio dalle oscillazioni del cambio.

  • Chi vive stabilmente in Australia di solito mantiene un conto italiano solo per spese residue o investimenti in euro, trasferendo le somme necessarie in AUD quando il cambio è più favorevole.
  • Chi ha un piede in entrambi i Paesi (ad esempio, un espatriato che rientra periodicamente in Italia o che supporta economicamente familiari in patria) potrebbe preferire soluzioni multi-currency per evitare costi bancari eccessivi.

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