Nell’immaginario collettivo, l’Australia si associa facilmente alle grandi metropoli costiere come Sydney e Melbourne, con i loro skyline verticali e i quartieri vivaci lungo il waterfront. Eppure, una fetta sempre più consistente di persone sceglie la periferia o le aree esterne alla città per stabilirsi a lungo termine. Il fenomeno, spinto dal desiderio di godere di spazi più ampi e di un tenore di vita meno stressante, solleva la domanda: vale davvero la pena trasferirsi fuori dal centro? E, nel caso, conviene comprare casa in queste zone o rimanere su un contratto d’affitto? L’argomento è più articolato di quanto possa sembrare, perché bisogna considerare il costo degli immobili, il tempo e i soldi investiti nei trasporti, la disponibilità di servizi e la possibile rivalutazione futura di queste aree suburban. In questo viaggio nella periferia australiana, cerchiamo di capire i pro e i contro di una scelta che può incidere in modo significativo sul portafoglio e sullo stile di vita.

Chi esce dai confini di Sydney o Melbourne, o si sposta fuori da Brisbane o Perth, si accorge subito che il ritmo cambia. Ci sono quartieri residenziali molto ampi, con villette indipendenti, giardini e strade meno trafficate; ci sono anche sobborghi di nuova costruzione, dove il centro commerciale più vicino funge da polo di aggregazione e offre supermercati, negozi, ristoranti informali, ma si deve mettere in conto un uso quasi obbligato dell’auto. La differenza di prezzo degli affitti può essere di centinaia di euro mensili rispetto alle zone centrali della città. In alcune periferie a 30-40 chilometri dal CBD di Sydney, un appartamento con due camere può costare 200-300 euro al mese in meno rispetto allo stesso immobile situato in un distretto più centrale. È un risparmio considerevole, soprattutto per una famiglia o per chi non ha uno stipendio elevato. Al tempo stesso, però, bisogna considerare le spese di trasporto. Se si va in ufficio ogni giorno in macchina, fra carburante (1,20-1,40 euro al litro, convertito dal prezzo in dollari), pedaggi autostradali e parcheggi, si finisce per erodere parte del vantaggio. Se invece la zona è ben servita da linee ferroviarie suburbane, si può pensare a un abbonamento ai mezzi pubblici, che in Australia tende a essere più costoso (anche 120-150 euro al mese), ma consente di evitare le lunghe code in autostrada.

La questione dell’acquisto di una casa in periferia è strettamente legata al prezzo degli immobili. Con l’aumento costante delle valutazioni nelle grandi città, molte coppie giovani o famiglie con budget limitato trovano nel sobborgo la soluzionepiù abbordabile per comprare un’abitazione. Il costo di una villetta con tre camere e un piccolo giardino fuori da Brisbane o Adelaide può stare intorno ai 250.000-300.000 euro, mentre un immobile simile nella cintura più vicina al centro potrebbe salire a 400.000-500.000 euro o oltre. Per chi desidera un luogo spazioso, magari con la prospettiva di un cane o di figli, la convenienza è evidente. D’altra parte, il mutuo richiede un impegno di 25-30 anni, durante i quali bisogna fare i conti con la possibilità che i tassi di interesse salgano e che i costi di manutenzione e di trasporto rimangano alti.

Affittare, in questa ottica, risulta una scelta più flessibile. Chi affitta in periferia risparmia rispetto al centro, riuscendo a ottenere magari un’abitazione più ampia per la stessa cifra che spenderebbe per un bilocale cittadino. Se a lungo andare però il quartiere inizia a svilupparsi, con la costruzione di nuove infrastrutture, la domanda di case cresce e i canoni di affitto potrebbero lievitare. Non di rado si vedono situazioni in cui zone considerate marginali diventano attraenti nel giro di pochi anni: i collegamenti migliorano, aprono scuole e centri commerciali, e chi ha affittato inizialmente a buon prezzo rischia di vedersi aumentare il canone di rinnovo anno dopo anno, pur non beneficiando degli stessi vantaggi di proprietà (come la possibilità di ristrutturare secondo i propri gusti o di veder crescere il valore del proprio immobile).

È anche vero che, in Australia, molti propendono per l’acquisto di una casa come investimento. Il mercato suburbano, se individuato in zone “emergenti”, può portare a rivalutazioni importanti dell’immobile, in particolare se la periferia in questione viene rilanciata da progetti infrastrutturali (come nuove stazioni ferroviarie, ampliamento di autostrade o centri commerciali). Chi compra in anticipo potrebbe trovarsi con un guadagno in termini di capitale a distanza di cinque-dieci anni. Ma questa è una scommessa: non tutte le periferie seguono lo stesso trend, e se l’area resta poco servita o le prospettive di sviluppo svaniscono, si può rimanere con un immobile la cui rivalutazione è minima o inesistente.

Un altro fattore da considerare è la disponibilità di servizi e la qualità della vita quotidiana. Nelle periferie australiane, non sempre ci sono biblioteche, teatri, cinema o locali notturni a portata di mano. Gli spostamenti possono diventare un deterrente per attività extrascolastiche dei figli o per le uscite serali. Ciò non significa che la periferia sia meno vivibile, anzi, molti apprezzano la tranquillità delle strade residenziali, la facilità di parcheggio e la vicinanza a parchi o aree verdi, tipiche dello stile australiano. Tuttavia, bisogna chiedersi se si è disposti a fare 30-40 minuti di auto o di treno ogni volta che si vuole andare in centro per un concerto o una mostra.

Dal punto di vista finanziario, la scelta tra comprare in periferia e affittare dipende dal periodo di vita e dagli obiettivi. Una famiglia con stabilità lavorativa e un mutuo sostenibile, se trova un affare in un sobborgo in espansione, può consolidare la propria posizione. In caso di tassi variabili, però, è importante avere un fondo d’emergenza, perché i costi possono salire rapidamente come sta avvenendo nel contesto di cui si parla tanto negli ultimi mesi, con i rialzi della Reserve Bank of Australia. Per chi invece ha un orizzonte breve, o non ha sicurezza di voler restare in Australia per più di qualche anno, l’affitto garantisce flessibilità: se l’area non convince, se si ottiene un lavoro migliore altrove, traslocare diventa più semplice. Si evitano inoltre le tasse di acquisto (stamp duty) e gli oneri di un mutuo a lungo termine.

A livello di costi mensili, affittare un appartamento di due camere in un sobborgo a 30-40 chilometri dal CBD di Sydney può costare intorno ai 900-1.000 euro, mentre lo stesso appartamento a 10 chilometri dal centro supererebbe i 1.300-1.400. In un anno, si risparmiano 4-5.000 euro, che però possono finire in benzina, pedaggi, abbonamento ai mezzi, ecc. Un bilancio va fatto con attenzione. Se si ha la possibilità di svolgere parte del lavoro in smart working, allora vivere in periferia diventa molto più redditizio, perché si riducono gli spostamenti e si gode di una casa più grande, magari con un giardino.

Qualunque sia la decisione – comprare o affittare in periferia – è bene mettere in conto i costi di trasporto, valutare le prospettive di sviluppo dell’area (nuove scuole, zone commerciali, collegamenti ferroviari) e tenere d’occhio eventuali piani urbanistici che potrebbero trasformare il quartiere. Oltre all’aspetto puramente economico, la periferia offre uno stile di vita più rilassato, lontano dal traffico e dai prezzi esorbitanti del centro città. È vero che la densità di ristoranti e servizi è inferiore, ma molti australiani amano l’idea di avere un parco a due passi e spazi più ampi in casa. Chi arriva dall’estero spesso si stupisce di quanto siano estese le zone suburbane australiane, con case unifamiliari e strade ampie, e scopre che l’ambiente è ideale per crescere una famiglia, a patto di avere la pazienza di affrontare la dimensione “commuter”.

In definitiva, la risposta alla domanda “conviene comprare o affittare fuori città?” dipende soprattutto da orizzonte di permanenza, tenore di vita desiderato e stabilità lavorativa. Comprare può essere un investimento a medio-lungo termine se ci si aspetta di restare in Australia per anni e se la zona prescelta ha prospettive di crescita. L’affitto, viceversa, è la chiave della flessibilità e libera dal vincolo del mutuo e dai rischi legati ai tassi di interesse. Se si riesce a trovare un buon equilibrio tra costi di trasporto e canone di locazione, vivere in periferia può rappresentare una scelta vincente, soprattutto per chi apprezza uno stile di vita vicino alla natura e lontano dalla frenesia del centro.

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