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Parte 1 – Il sistema del childcare in Australia: un costo enorme o un investimento necessario?
Chi si trasferisce in Australia con bambini piccoli si trova di fronte a una delle decisioni più difficili: affidarsi al sistema di childcare o gestire i figli in autonomia?
In Italia, molte famiglie possono contare sull’aiuto dei nonni, su asili pubblici a costi accessibili o su soluzioni più flessibili per la cura dei bambini. In Australia, invece, il childcare è un settore strutturato e regolamentato, ma estremamente costoso e con liste d’attesa che possono durare anni.
Questa situazione porta molti expat italiani a trovarsi in difficoltà: da un lato, il mercato del lavoro australiano rende quasi impossibile per uno dei genitori restare a casa senza lavorare, dall’altro, i costi proibitivi degli asili nido e delle strutture private spingono molte famiglie a cercare alternative.
Ma come funziona davvero il sistema del childcare in Australia? Perché i prezzi sono così alti? E quali soluzioni esistono per chi non vuole (o non può) permettersi un asilo tradizionale?
Come funziona il childcare in Australia?
Il termine “childcare” in Australia non si riferisce solo agli asili nido, ma comprende una serie di strutture e servizi che offrono assistenza ai bambini dai sei mesi ai cinque anni. Le principali opzioni disponibili sono:
- Long Day Care (LDC) → Asili nido privati che operano tutto il giorno, simili a quelli italiani ma con costi molto più elevati.
- Family Day Care (FDC) → Servizio di assistenza domiciliare, dove piccoli gruppi di bambini vengono accuditi a casa di un’educatrice certificata.
- Preschool / Kindergarten → L’equivalente della scuola dell’infanzia, per bambini dai 3 ai 5 anni, disponibile sia in strutture pubbliche che private.
- Occasional Care → Strutture che offrono assistenza a ore, senza bisogno di iscrizioni fisse, pensate per chi lavora part-time o ha esigenze saltuarie.
- Nannies e Babysitter → Assistenza privata con costi variabili a seconda dell’esperienza e della qualifica della persona assunta.
L’elemento chiave del sistema australiano è che non esistono asili nido pubblici gratuiti come in Italia. Tutti i servizi di childcare, anche quelli gestiti dallo Stato, sono a pagamento e spesso molto costosi.
Quanto costa mandare un bambino all’asilo in Australia?
Il costo del childcare è uno degli aspetti più critici per le famiglie in Australia. Gli asili nido privati (Long Day Care) hanno tariffe tra le più alte al mondo, e anche con i sussidi governativi molte famiglie faticano a permetterseli.
I prezzi variano in base alla città e alla struttura, ma in media un asilo nido costa:
- Sydney → 2.400 – 4.000 AUD al mese (circa 1.400 – 2.400 euro).
- Melbourne → 2.000 – 3.600 AUD al mese (circa 1.200 – 2.200 euro).
- Brisbane → 1.800 – 3.200 AUD al mese (circa 1.100 – 1.900 euro).
Questi costi sono per un bambino a tempo pieno (5 giorni a settimana). Se si opta per un part-time (3 giorni), i costi si riducono leggermente, ma restano comunque alti.
Le famiglie con redditi più bassi possono beneficiare del Child Care Subsidy (CCS), un sussidio governativo che copre una percentuale delle spese di childcare. Tuttavia, il CCS è calcolato in base al reddito familiare e alle ore lavorate dai genitori, e chi guadagna sopra una certa soglia riceve aiuti minimi o nulli.
Per esempio:
- Una famiglia con un reddito inferiore a 80.000 AUD all’anno (circa 48.000 euro) può ottenere un sussidio che copre fino all’85% del costo dell’asilo.
- Una famiglia con un reddito tra 120.000 e 180.000 AUD all’anno (circa 72.000 – 108.000 euro) riceve un sussidio del 50-60%.
- Una famiglia con un reddito sopra 350.000 AUD all’anno (circa 210.000 euro) non riceve alcun sussidio.
Anche con il CCS, molte famiglie finiscono comunque per pagare tra i 1.000 e i 2.500 AUD al mese (600 – 1.500 euro) per un solo bambino all’asilo.
Questi costi portano molte coppie italiane a fare un calcolo semplice ma brutale: vale davvero la pena lavorare se metà dello stipendio va via per pagare l’asilo?
Liste d’attesa infinite e difficoltà di accesso
Oltre ai costi proibitivi, un altro problema del childcare in Australia è la carenza di posti disponibili.
In molte città, soprattutto nelle zone più richieste, le liste d’attesa per un posto all’asilo possono essere lunghe mesi, se non anni. Alcune famiglie iscrivono i loro figli ai nidi appena scoprono di essere incinte, sperando di ottenere un posto in tempo per il rientro al lavoro.
Le scuole dell’infanzia (Preschool / Kindergarten) pubbliche hanno costi più bassi, ma sono disponibili solo per poche ore al giorno e spesso non sono compatibili con gli orari lavorativi dei genitori.
Questo costringe molte famiglie a cercare soluzioni alternative, come:
- Affidarsi a babysitter o tate (ma anche qui i costi sono alti: una nanny qualificata può costare tra i 25 e i 40 AUD all’ora).
- Creare gruppi di assistenza condivisa tra famiglie, dividendo i costi di una babysitter privata.
- Spostarsi in zone meno richieste per trovare asili con disponibilità immediata.
Il risultato è che molte famiglie italiane scelgono di non usare il childcare tradizionale, soprattutto se hanno un solo stipendio alto o se riescono a gestire il lavoro con flessibilità.
Il dilemma delle famiglie italiane in Australia
Di fronte a costi così elevati e a liste d’attesa infinite, molte famiglie italiane si trovano a dover scegliere tra:
- Mandare i figli all’asilo e pagare una cifra che assorbe gran parte dello stipendio.
- Uno dei genitori (spesso la madre) smette di lavorare o riduce l’orario, sacrificando la carriera.
- Affidarsi a babysitter o soluzioni alternative, con costi variabili e meno stabilità rispetto a un asilo nido strutturato.
In Italia, il supporto familiare (soprattutto dei nonni) aiuta a ridurre i costi della cura dei bambini. In Australia, invece, le famiglie expat si trovano spesso sole, senza una rete di supporto e con pochissime alternative economiche.
Per questo, molte coppie italiane in Australia valutano soluzioni ibride, come il lavoro part-time o il freelance, per poter passare più tempo con i figli senza dover sostenere il costo proibitivo degli asili.
Nella seconda parte, analizzeremo le soluzioni più utilizzate dalle famiglie italiane, i pro e i contro delle alternative al childcare tradizionale e le strategie per ridurre i costi senza compromettere la qualità dell’assistenza ai bambini.
Parte 2 – Alternative al childcare tradizionale e strategie per ridurre i costi
Dopo aver analizzato il funzionamento del childcare in Australia e i suoi costi proibitivi, la domanda che molte famiglie italiane si pongono è: esistono alternative più accessibili e sostenibili per conciliare lavoro e cura dei figli senza spendere una fortuna?
La buona notizia è che sì, esistono soluzioni alternative, anche se nessuna è perfetta al 100%. La scelta dipende da quanto si è disposti a spendere, dal tipo di lavoro dei genitori e dal livello di flessibilità che si può ottenere.
In questa seconda parte analizzeremo le strategie più utilizzate dalle famiglie italiane in Australia per gestire la cura dei figli senza dipendere esclusivamente dal sistema di childcare tradizionale.
Le babysitter e le tate: un’alternativa flessibile, ma non sempre economica
Una delle prime soluzioni che le famiglie considerano è assumere una babysitter o una tata, specialmente quando non si ha un impiego a tempo pieno e si ha bisogno di un aiuto per poche ore al giorno.
A differenza dell’Italia, in Australia le babysitter non sono un’opzione economica. Il costo varia in base all’esperienza e alla qualifica della persona assunta, ma generalmente i prezzi sono:
- Babysitter senza qualifiche professionali → 20-30 AUD all’ora (circa 12-18 euro).
- Nanny con esperienza e certificazioni (First Aid, Working With Children Check, etc.) → 30-45 AUD all’ora(circa 18-27 euro).
A questi costi vanno aggiunti eventuali benefit, come il rimborso trasporti o pasti, se richiesto dalla babysitter.
Per una famiglia che ha bisogno di assistenza per 20 ore a settimana, il costo mensile può variare tra 1.600 e 3.600 AUD(circa 960-2.200 euro), che è comunque una spesa elevata, anche se inferiore a quella di un asilo nido full-time.
Alcune famiglie optano per soluzioni più economiche, come:
- Condividere una tata con un’altra famiglia → Due famiglie assumono una babysitter e dividono il costo, riducendo le spese del 30-50%.
- Assumere una babysitter italiana → Può essere una scelta utile per mantenere la lingua italiana nei bambini, specialmente in famiglie bilingue.
- Trovare una ragazza alla pari (au pair) → Questa è una soluzione molto popolare tra gli expat italiani.
Au pair: una soluzione vantaggiosa per le famiglie expat
Un’opzione sempre più diffusa tra le famiglie italiane in Australia è ospitare una au pair, cioè una ragazza (o un ragazzo) che vive con la famiglia e si occupa dei bambini in cambio di vitto, alloggio e una paghetta settimanale.
I vantaggi di un’au pair sono molteplici:
- Costo molto più basso rispetto a babysitter o asilo nido.
- Flessibilità negli orari → Un’au pair può occuparsi dei bambini la mattina, nel pomeriggio o nei momenti più critici della giornata.
- Supporto domestico → Oltre a prendersi cura dei bambini, spesso le au pair aiutano nelle faccende di casa leggere (come preparare i pasti dei bambini o riordinare gli spazi di gioco).
Quanto costa avere un’au pair in Australia?
- Stipendio medio → 250-400 AUD a settimana (circa 150-250 euro), a seconda del numero di ore richieste.
- Vitto e alloggio inclusi → La famiglia deve fornire una stanza privata e i pasti.
Il costo totale per una famiglia può quindi variare tra 1.000 e 1.600 AUD al mese (circa 600-1.000 euro), molto meno rispetto a un asilo nido o a una babysitter full-time.
Tuttavia, bisogna considerare che avere una persona in casa richiede un certo adattamento, e non tutte le famiglie si sentono a proprio agio con questa soluzione. Inoltre, l’au pair non è una professionista certificata, quindi è una scelta adatta a bambini un po’ più grandi, piuttosto che a neonati.
Turni di lavoro alternati: una strategia per evitare il childcare
Un’altra soluzione adottata da molte famiglie è organizzare gli orari di lavoro in modo che uno dei due genitori sia sempre disponibile per i figli.
Questo significa che:
- Uno dei due genitori lavora la mattina, l’altro il pomeriggio o la sera.
- Un genitore lavora part-time per gestire il bambino a casa.
- Si scelgono lavori con orari flessibili o smart working per ridurre le ore di childcare necessarie.
Questa strategia può funzionare bene in famiglie in cui entrambi i genitori hanno occupazioni flessibili o possibilità di lavorare su turni, ma non è sempre praticabile per chi ha orari d’ufficio rigidi o ruoli aziendali strutturati.
Gruppi di supporto tra famiglie: una rete di aiuto reciproco
In molte comunità di expat, incluse quelle italiane in Australia, le famiglie si organizzano tra loro per condividere la cura dei bambini.
Queste reti informali possono funzionare in diversi modi:
- Playgroup tra genitori → I bambini vengono accuditi a turno da un genitore diverso ogni giorno.
- Condivisione di babysitter → Più famiglie assumono la stessa babysitter per ridurre i costi.
- Scambi di assistenza → Una famiglia si occupa dei bambini di un’altra per alcune ore, e viceversa.
Queste soluzioni permettono di risparmiare e di creare un senso di comunità, ma richiedono una rete di contatti affidabile e ben organizzata.
Conclusione: quale opzione è la migliore per la tua famiglia?
Non esiste una soluzione unica per tutti. La scelta dipende da quanto si è disposti a spendere, dalla flessibilità lavorativa e dal livello di supporto disponibile.
Le opzioni più comuni sono:
- Childcare tradizionale → Scelta ideale per chi ha doppio stipendio alto e vuole garantire un’educazione strutturata ai figli, ma con costi elevati.
- Babysitter/nanny → Adatta a chi ha bisogno di maggiore flessibilità, ma con costi paragonabili al childcare.
- Au pair → Ottima soluzione per chi ha spazio in casa e vuole una soluzione più economica e personalizzata.
- Turni di lavoro alternati → Ideale per chi può negoziare orari flessibili con il datore di lavoro.
- Gruppi di supporto tra famiglie → Perfetto per chi ha una rete sociale solida e preferisce soluzioni collaborative.
Se stai pianificando il trasferimento in Australia e vuoi capire quale soluzione è più adatta alla tua famiglia, come accedere ai sussidi per il childcare, quali sono le alternative più vantaggiose e come trovare babysitter o au pair affidabili, scrivici a family@australiafacile.it.
Possiamo aiutarti con informazioni personalizzate sui costi reali del childcare, sulle strategie per risparmiare e sui migliori servizi disponibili per le famiglie expat. Con una buona pianificazione, puoi trovare l’equilibrio perfetto tra lavoro e famiglia senza dover rinunciare alla qualità della vita in Australia.
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